sabato 26 luglio 2014

Capitolo 19 - When you do that...

L’intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei,coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni.
Fai bei Sogni, Massimo Gramellini
 

<< Malakia... >> mormorò severa la neutra. Il servo tremò e chinò la testa in segno dii rispetto.
<< Mia signora, ho il guanto del Devil... >>
<< Bene. >> lo interruppe la Neutra, la voce gelida e sprezzante.
<< Anche se non è il guanto che mi interessa... >> disse e lo strappò seccamente dalle mani tremanti del servo.
<< … ma il ricordo contenuto in esso. Il ricordo della sua pelle macchiata. >> sibilò posando il guanto dentro a una campana di vetro, accanto al fazzoletto contenente le lacrime maledette dell'Iride.
<< Ma come può un ricordo... >> chiese con un filo di voce il servo.
<< I RICORDI SONO FONDAMENTALI, FONDAMENTALI PER GLI DEI. NON SOLO PER GLI ANGEL E I DEVIL. I RICORDI SONO LA CHIAVE!!!! >> tuonò furiosa la Reietta. Il servo nascose il viso facendo un profondo inchino.
<< E se non ti basta, in quel guanto dev'esserci una traccia del tocco tra Raf e Sulfus, la violazione del Veto!!! >> voltò le spalle al servo e concentrò tutta la sua attenzione sui due oggetti.
<< Ho tutto ciò che mi serve... >> disse accarezzando possessivamente la campana << non ho bisogno d'altro. >>
Raf
<< Per favore Dolce! Non me la sento proprio! >> protestai.
Miss Candyflox mi stava trascinando verso l'ennesimo negozio e Uriè stava cercando invano di placare la sua furia omicida.
Aveva vinto la sua prima sfida per la gioia di Kabiria e lei grazie a Dio aveva abbandonato la dieta.
Come lo sapevo?
Beh per il semplice fatto che appena tornata in camera l'avevo trovata seduta sul suo grande lettone che si gustava una fetta di torta dalle dimensioni olimpiche!!!
Così per festeggiare le avevo proposto di fare un giro al centro commerciale, anche perché dovevamo controllare anche i nostri terreni e Dolce ci ha voluto seguire...
Grave, gravissimo errore per una che odia lo shopping!
<< Guardate quegli occhiali da sole! Non sono wow! >> strillò con gli ultimi neuroni che le rimanevano completamente andati.
<< Dai Dolce! >> borbottai trascinandola dolcemente ma con decisione lontano dalla vetrina.
<< Oh, aspetta! Sono la cosa più strepitosa che... >>
<< Tanto non li puoi nemmeno toccare! Sei un'Angel! Te lo sei dimenticato? >> le ricordò Urié prendendola per l'altro braccio per trascinarla via.
Lei si imbronciò ma annuì sconfitta.
<< Beh... sarà una magra consolazione ma mi accontento anche solo di guardare le vetrine. I vestiti mi fanno impazzire!!! >> strillò battendo allegramente le mani.
Urié mi guardò con aria complice e io alzai gli occhi al cielo, esasperata.
<< Non l'avevamo capito! >> sospirammo assieme.
Tempo altri cinque passi e Candy si fermò gridando un bel: << Wow che look da sballo!>> riferito a dei ragazzi di passaggio.
Io non mi presi neanche la briga di voltarmi e prendendola a braccetto la trascinai via.
Urié intanto ci aveva superate, per star dietro ad Andrea e Ginevra. Finché non li persi di vista.
<< Urié, dove sono Andrea e Ginevra? >> urlai a Urié per farmi sentire sopra al frastuono della ressa.
<< Stanno andando a vedere un film! >> mi rispose correndoci incontro.
<< Oh che carini! >> ridacchiò Candy.
<< Già secondo me tra loro c'è del tenero! >> concordò Urié tutta sorridente.
<< Del tenero! Mi viene la nausea solo a pensarci! >> intervenne una voce dietro di noi.
Mi voltai sussultando, gli occhi sgranati per lo spavento e la situazione peggiorò quando inquadrai la situazione.
<< Non vomitare, l'ultima volta è stato peggio di un'idrante... >> disse Sulfus con un ghigno.
<< Che cosa ci fai qui! >> strillai.
La Devil accanto a lui ridacchiò e mi squadrò da capo a piedi con aria curiosa.
Sulfus mi sorrise in un modo che mi fece subito venire voglia di prenderlo a pugni o infilargli qualcosa su per il...
<< Spiritosa! Siamo qui per seguire i terreni esattamente come voi! >> ribatté enfatizzando con cura ogni parola, come se parlasse con una ritardata.
Okay, ora lo prendo a pugni sul serio.
A lui e al suo sfavillante sorriso carico di superiorità e onnipotenza.
<< Gli Angel custodiscono e i Devil confondono, non te lo sarai mica dimenticata, vero? >>
Ma si può sapere che cos'ha? Le sue cose ?!?!
<< Quando fai così... non ti sopporto! >> borbottai, profondamente offesa.
Vidi con la coda dell'occhio che Dolce e Urié mi lanciavano incredule e sgomente.
<< Come... quando fai così? >> chiesero all'unisono.
La Devil accanto a lui scoppiò in una fragorosa risata e gli tirò una gomitata allo stinco.
<< Le sei simpatico. >> ridacchiò lanciandomi un'occhiata di sottecchi con aria cospiratoria.
<< Smettila Kabiria! >> ribatté Urié con amarezza.
<< Già smettila, sei ridicola! >> intervenne Dolce acidamente.
Sulfus non proferì parola. Si limitò a sorridermi, con la testa lievemente inclinata da un lato.
D'accordo, non era un vero e proprio sorriso, solo una lieve curvatura dell'angolo della bocca ma nel complesso i suoi occhi sorridevano.
E si erano decisamente addolciti.
L'arrabbiatura evaporò sotto il suo sguardo, lasciandomi indifesa. Non sapevo come comportarmi!
Perché mi guarda così?
Kabiria si voltò verso Dolce con la grazia di una pantera e si mise le mani sui fianchi, aggrottando la fronte come se stesse cercando di fare un calcolo impossibile.
<< Com'è che ti chiamavi tu? Zolletta, Mielosetta... >>
<< MI CHIAMO DOLCE!!! >> esplose lei con la vocetta di una bambina cocciuta o un gattino che soffia drizzando il pelo.
<< Ah sul serio? >> la provocò lei, piegandosi in avanti come per dirle un segreto della massima importanza.
<< Allora dimmi una cosa zuccherino. Raf e Sulfus sono qui per Andrea, io e Urié siamo qui per Ginevra, tu invece?!?! >>
Dolce arrossì e aprì la bocca per ribattere ma io l'anticipai.
<< Non sono affari tuoi! >> sbottai infuriata.
<< Giusto. Di lui si sta occupando Kabalé, scommetto che ha già affilato gli artigli sul tuo adorato Edoardo. >> concordò Sulfus con un piccolo ghigno...
Ma rivolto a Dolce, non a me...
Perché non mi guarda!?!
Lei fece un gridolino, sgranando gli occhi e scappò via come se il supermercato andasse a fuoco.
Kabiria ridacchiò e spostò la sua attenzione su Urié.
<< Ciao Taglia forte! >> salutò raddrizzandosi.
<< Ciao Anoressica! >> ribatté candidamente Urié rivolgendole un sorriso stra taroccato.
<< Qui vicino c'è un negozio di dolciumi con nuovi prodotti, stanno cercando una modella a cui possa stare un costume a forma di cioccolatino, la taglia è XXL. Perfetto per te. >> rispose con uno sguardo malefico.
<< Hai del mangiare tra i denti. >> le fece notare Urié anche se i suoi denti erano perfetti.
<< Proprio tra gli incisivi, probabilmente sarà la nutella che ti mangi a mestolate ogni notte, di nascosto. >>
Kabiria si portò una mano alla bocca e si passò la lingua tra i denti, infine si girò e si allontanò sculettando.
<< Dovrebbe pregare di non incontrarmi in un vicolo buio! >> sibilò contrariata, incrociando le braccia.
Io la guardai stupita, da quando era diventata così cattiva?
<< Urié ma che dici? >>
Sulfus scoppiò a ridere e d'istinto gli lanciai una rapida occhiata ma distolsi subito lo sguardo quando lui cercò di fissare i propri nei miei.
Mi sentivo in imbarazzo, come se fossi nuda e spaesata. Cosa dovevo fare? Come dovevo reagire?
<< Da quand'è che gli Angel sono diventati più crudeli dei Devil? >> ridacchiò lui, cercando di reprimere le risa.
Mi irrigidii e alzai fieramente il mento.
<< Tranquilli non vi batte nessuno tanto. >> ribattei a tono.
Questa volta quando lui cercò i miei occhi io non distolsi lo sguardo, perdendomi nei suoi occhi dorati e lui nei miei.
<< Comunque non la sopporto, mi irrita! >> dichiarò arricciando il naso.
Ma io non la degnai nemmeno di un'occhiata, fissavo Sulfus.
Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso!
Non riuscivo a capire la sua reazione di prima. Perché mi guarda così e non ribatte?
Non distolsi lo sguardo neanche per un secondo, scrutando quelle pozze dorate. Ero convinta che le risposte fossero lì, appena nascoste e se avrei cercato bene le avrei trovate.
Sentii Urié schiarirsi la voce, a disagio e infine borbottò un timido: << Meglio andare a vedere cosa combina... >>
E scappò dietro a Kabiria.
<< Che hai? >> chiesi dopo un po'.
Lui fece un sorriso amaro e scosse la testa.
<< Perché hai pianto? >> mi chiese invece, avvicinandosi cauto.
Istintivamente mi portai le mani agli occhi.
<< Come fai a sapere che... >>
<< Non hai risposto. >> mi interruppe lui. E si appoggiò al muro con aria disinvolta, la testa abbandonata sulla parete e le braccia conserte. I suoi occhi d'ambra scintillavano di una luce maliziosa e aveva l'ombra di un sorriso nelle labbra piene, da baciare.
Era sexy da paura quando mi guardava così e scommetto che lo sapeva benissimo.
Dio perché doveva essere così incredibilmente, spudoratamente, inspiegabilmente bello?
Mi mancò un battito e arrossendo distolsi lo sguardo. Non mi pareva giusto però che mi bastasse la sua vista per far diventare il mio cervello un ammasso di roba inutile mentre lui se ne stava lì senza farne una piega.
<< Sì, ho pianto. Colpa di un incubo... >> mormorai con le guance in fiamme.
Lui mi fissò per un'istante poi scoppiò a ridere una risata che coinvolse anche gli occhi, che non dovevano neanche essere nominati! Altrimenti mi si incrociava la lingua.
<< Un incubo? >>
Cretino.
<< Già, proprio un incubo, okay? >> ribattei stizzita.
Lui scosse la testa e si staccò dal muro.
<< Non hai dimenticato qualcosa? >>
Io lo guardai con aria interrogativa. Avevo dimenticato qualcosa? Quando?
<< Non mi pare... >> dissi mordendomi nervosamente il labbro inferiore per quel repentino cambio d'argomento.
Lui si fece improvvisamente serio e allungò una mano verso il mio viso.
<< Non fare così... >> sussurrò prendendomi il mento tra pollice e indice, liberandomi il labbro dalla morsa dei denti.
<< Perché ? >> chiesi confusa.
Lui fece un passo avanti lasciando che a dividerci ci fosse solo qualche centimetro ed io feci un passo indietro per la sorpresa ma mi accorsi con mio sommo imbarazzo che dietro di me c'era il muro.
Non osai guardarlo. Avevo paura di rimaner ipnotizzata da quegli occhi d'ambra.
Ma non solo gli occhi. Tutto di lui mi ipnotizzava.
La sua presenza così vicina, il suo tocco morbido, reale, su di me... il suo sguardo, la sua voce.
Mi sentivo preda di un oscuro sortilegio, un incantesimo, un veleno irresistibile che mi sussurrava di toccarlo.
Quando lui parlò sentii il suo respiro accarezzarmi dolcemente le labbra. << Perché ogni volta che lo fai mi viene voglia di baciarti e non penso che ne saresti contenta... >>
No.
Probabilmente mi sarei arrabbiata di brutto ma penso anche che un'altra parte di me si sentirebbe offesa a morte anche solo per avermelo chiesto e un'altra ancora beh... l'idea non le dispiaceva. Anzi, non le dispiaceva proprio per niente.
Sbuffai indignata e con il viso in fiamme borbottai. << Puoi anche scordartelo, bello. >>
Sentii il suo petto vibrare e il suo stomaco che si contraeva contro il mio in una risata sommessa. La sua ilarità mi contagiò e mi sfuggì una risatina scema che repressi tappandomi la bocca.
<< Sei sicura di non rivoler indietro qualcosa? Non ti viene in mente proprio niente? >> mi chiese aggrottando la fronte.
Non riuscivo a pensare quando mi stava così vicino! Figurarsi ricordare!
Scossi la testa rassegnata.
<< Va bene, allora me lo tengo io. Quando ti ritornerà in mente te lo ridarò. >> mi fece un sorriso da canaglia che mi fece sciogliere e lui si staccò dal muro.
Mi imbronciai.
<< No no bello mio, devi ridarmela se è mia. >> protestai allungando una mano come a dire “sgancia”.
Lui ci pensò un po' su e alla fine disse: << No. >>
<< Come no! >>
<< Angelo se lo rivuoi devi pronunciare le parole magiche “Sulfus ridammi il *********.” e allora te lo ridarò ma fino ad allora me lo terrò io. >> decretò scrollando le spalle.
Okay, vuole farmi morire di curiosità. Ma non ci riuscirà!
Coraggio Raf petto in fuori e testa alta!

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