sabato 26 luglio 2014

Capitolo 35 - Divided


Title of the song: “Waiting Game” dei Banks.

One kiss and GOOD READING!!!! XD
By Katy =*

Alzai gli occhi di scatto.
Dei piedi e una tunica bianca mi avevano riempito la visuale.
« Alzati! » mi ordinò seccamente il prof.
Non dissi nulla facendo semplicemente quello che mi ordinò, gli occhi fissi a terra.
Non osavo alzare lo sguardo.
« Vi abbiamo guardato e monitorato per tutto il tempo. » annunciò lui andando dritto dritto al nocciolo.
« I-Io… non… noi… » balbettai in un soffio, il respiro alterato.
Chiusi gli occhi e sospirai.
Sulfus aveva ragione… non eravamo soli in spiaggia.
Ma… adesso?
Cosa potevo dire?
Insomma d'accordo che c'era il Veto che ci proibiva qualsiasi contatto quando eravamo in forma angelica e diabolica.
D'accordo che non potevo baciarlo perché avevo il cinto, ma quello era un mio problema!
I prof non potevano saperlo… e poi… quel che stavamo facendo prima lo stavamo facendo in forma terrena perciò qual era il problema?
Non avevamo di certo fatto niente di sbagliato, realizzai. E mi stupii io stessa da quella conclusione.
« Non stavamo facendo nulla di male. » diedi voce ai miei pensieri, ragionandoci ancora un po' mentre lo dicevo.
Arckan sembrò non vederci più e con la mascella serrata sibilò: « Niente di male?!? ».
Ripeté, quasi con sarcasmo.
Mi fece paura… non lo avevo mai visto così…
« Voi non avete idea del pericolo che avete corso… che abbiamo corso tutti quanti noi! » gridò quasi ma sembrò ricomporsi in tempo e, schiarendosi la voce annunciò qualcosa che mai in vita mia ne tanto meno in quel momento avrei voluto sentire…
« Mi dispiace molto Raf ma dovrò adottare drastici provvedimenti. » disse scuotendo la testa con aria delusa e forse anche un po' torva
Mi si contorse lo stomaco e riabbassai di nuovo lo sguardo, annientata dalla vergogna.
Vergogna per cosa poi? Che cosa avevamo fatto di sbagliato?
Forse il contatto labiale era proibito anche da terreni?
Sospirai ma non dissi nessuna delle domande che mi ronzavano nel cervello.
« Va bene… accetterò… qualsiasi punizione deciderà di infliggermi. » dissi annuendo, risollevando un po' lo sguardo.
Il prof sembrò addolcirsi perché si schiarì la voce e si tirò un po' più su gli occhialetti d'oro sul naso, la ruga che prima gli solcava la fronte per la rabbia e la preoccupazione era scomparsa.
« Questo ti fa onore Raf. Vai a riposare un po' in camera tua, dirò a Uriè che per stanotte dovrà dormire con Dolce e Micky. Sono sicuro che l'unica cosa che vuoi in questo momento è rimanere da sola. »
Beh… almeno qualcosa di positivo c'era…
Perché francamente era proprio vero che non avevo voglia di avere attorno nessuno.
Poi magari mi sarei sfogata con Uriè, chiedendole un parere più tardi ma… ora proprio no.
« D'accordo… » mormorai, un velo di incredulità e curiosità nella mia voce e iniziai a incamminarmi verso la mia stanza.
Sentii sospirare dietro di me e quando premetti il pulsante di chiamata dell'ascensore di vetro a tubo in mezzo alla stanza il prof mi disse: « È contro natura, impossibile, assurdo… ».
Non mi girai. Lo sguardo fisso sul pulsante. Il corpo rigido.
Assurdo? Contro natura? Di che cosa stava parlando?
L'attrazione fra un ragazzo e una ragazza, indipendentemente se un Angel o un Devil, è impossibile?
Siamo adolescenti per la miseria.

« È assurdo provare attrazione per qualcuno? » mormorai ironica ma lui mi sentì ugualmente.
Sospirò di nuovo e avrei scommesso 10 euro che adesso stava scuotendo la testa.
« È assurda l'idea che un'Angel e un Devil si possano innamorare… » mi corresse gentilmente lui.
Amore…
Io non amavo Sulfus.
L'amore non esiste, o meglio, non quel tipo di amore. Non sapevo bene perché ma istintivamente sapevo che era così.
E se non fosse così allora perché non mi sono mai innamorata di nessuno?
Attratta sì certo ma innamorata mai.
Non sapevo nemmeno come ci si sentisse…
Forse quello che provo ogni volta che vedo Sulfus è amore?
No.
Non può essere.
Non mi importa quel che ho pensato in spiaggia, ero stata presa dalla foga del momento, non avevo la mente lucida.
Non contava…
« Ma io non amo Sulfus. » dissi e questa volta ad alta voce, convinta di quel che dicevo.
« Cosa te lo fa credere? » mi chiese lui.
Cosa me lo fa credere?
Beh semplice…
Le porte dell'ascensore si aprirono con un lieve rumore di metallo e gomma.
Entrai e mentre schiacciavo il pulsante del piano del Sognatorio sussurrai: « L'amore non esiste. ».
Arckan non disse nulla, le porte si chiusero tagliandolo fuori.
Una lacrima mi solcò con forza la guancia ma non mi presi la briga di asciugarla.
Solo quando cadde sul mio polso mi accorsi del colore…
Rossa con venature argentate. Così densa da sembrare smalto.
Mi affrettai a passarmi una mano sul viso per togliere la traccia della lacrima.
Chissà cosa significavano poi… quelle lacrime…
Ma non importava.
Non più ormai…
Le porte dell'ascensore si aprirono ed io corsi più veloce che potei nella mia stanza per non incontrare nessuno.
Cosa non molto difficile perché ormai era sera e tutti erano o a mensa oppure in camera.
Non uscivamo molto di notte… al contrario dei Devil per quel che ne diceva Sulfus.
Aprii la porta, velocemente la chiusi a chiave e allontanai la mano di scatto dalla maniglia, quasi mi fossi scottata.
Il cuore mi batteva troppo forte, il respiro si avvicinava pericolosamente all'iperventilazione.
Entrai velocemente in bagno e mi svestii in un attimo, aprii l'acqua per la doccia e quando arrivò all'orlo mi immersi.
Nascosi la testa sott'acqua e lì sotto lasciai che un grido fuoriuscisse dalla mia gola.
In quel modo non mi avrebbe sentita nessuno e nessuno sarebbe entrato a curiosare.
Gridai finché la rabbia e la frustrazione non sbollì.

Ma c'era qualcosa di sbagliato nel mio grido.
Non aveva il suono attutito e profondo che l'acqua dava alla mia voce solitamente (e normalmente).
Adesso quel suono mi sembrava più acuto e più melodioso. Come il lamento di un delfino ma più dolce e fluente.
Nelle orecchie mi era rimasto un suono che mi ricordava dei campanelli.
Riemersi, confusa, e mi strofinai le palpebre per poter riaprire gli occhi…
I miei capelli erano neri…
Strinsi i bordi della doccia con le mani così forte che le nocche sbiancarono e cercai di tirarmi su.
Rischiai di cadere un paio di volte a causa delle gambe e delle braccia che tremavano per la paura e la frustrazione , scivolando sott'acqua, ma alla fine riuscii a rimettermi in piedi, asciugarmi con un asciugamano e rivestirmi evitando accuratamente di guardarmi allo specchio.
Ne avevo quasi paura…
Uscii dalla stanza e mi buttai a peso morto sul lettone. Mi misi un braccio sugli occhi e feci un respiro profondo.
I capelli bagnati contro la pelle e il tessuto della camicetta mi davano un po' fastidio ma non ci diedi troppo peso.
I muscoli si rilassarono, il respiro rallentò e il battito cardiaco riprese un ritmo un po' più naturale.
Dio… ci mancava soltanto una punizione ingiusta da parte dei professori…
Noi non avevamo fatto niente!
NIENTE!!!
Sbuffai frustrata e tolsi il braccio dagli occhi.
All'inizio vidi sfocato a causa del peso di prima ma poi mi abituai e un pezzo di stoffa nera al lato destro del mio viso catturò la mia attenzione.
Girai un po' la testa per vedere di cosa si trattava.
Era il maglione di Sulfus…
Un sottile odore di pino e menta mi arrivò al naso.
Era così buono…
Afferrai una manica e me la portai al volto.
Il suo profumo mi invase… mi penetrò dentro l'anima, dentro alla mia mente, calmando il fuoco nato dalla rabbia.
Era strano che avesse questo odore… di solito il profumo dei Devil era molto forte, pungente. O troppo spezziato o troppo dolce… così tanto da diventare nauseante.
In più a peggiorare la situazione c'era la puzza di zolfo che lo rendeva ancora più disgustoso. Sapeva di uova andate a male!
Diedi un piccolo strattone alla manica e presi il golf fra le mani portandomelo al viso, mettendomi seduta.
Lo annusai meglio, forte, a pieni polmoni e poi espirai, piano, sentendone il sapore in fondo alla gola, sul palato.
No… non c'era neanche una traccia di zolfo… solo il fresco profumo dei pini e della menta selvatica.
Presa da un impulso che nemmeno io seppi spiegare con esattezza mi infilai il golf e mi sdraiai sul letto.
Il suo odore mi avvolgeva… completandomi.
Mi strinsi fra le braccia, in un abbraccio che non era diretto a me…
Il mio cuore aveva ripreso a battere forte ma questa volta non per la rabbia, le guance si erano colorate di un rosso tenue, che si diffondeva timidamente… ma non per l'irritazione…
Io non voglio…
Un singhiozzo mi sfuggì dalle labbra e una lacrima mi solcò di nuovo la guancia ma questa volta non era rossa… era una normalissima lacrima di dolore… poi, come la pioggia, dopo quella lacrima ne arrivarono altre tre, sei, dieci fino a che non diventò un pianto vero e proprio.
Io non volevo innamorarmi… non se poi creava tutta questa situazione!
Per questo era meglio non crederci… era molto più facile…
Mi tappai la bocca con una mano per cercare di placare i singhiozzi ma sapevo perfettamente che sarebbe stato tutto inutile…
Raccolsi le gambe al petto e mi cullai, il viso fra le ginocchia.
Pensa Raf… che cosa ti farebbe stare meglio adesso? mi domandai.
Fu facile la risposta…

Cantare.
Cantando riesco a esprimermi e, in qualche modo, a liberarmi dal dolore e dalla tristezza…
Tanto valeva provare a questo punto… non avevo nulla da perdere.
Giusto?
Soffocai un'ultimo singhiozzo e con la manica del maglione mi pulii il viso dalle lacrime.
Chiusi gli occhi e mi concentrai solo su me stessa… guardando dentro di me… nella mia anima, nel mio dolore…
Non ci volle molto e una melodia mi riempì la mente e il cuore… solo che adesso era un po' diversa dalle altre volte…
Sembrava che delle voci lontanissime mi sussurrassero nella mente, non era meramente frutto della mia mente… sembrava che altri me la suggerissero.
Cantavano sommessamente una melodia quasi di sottofondo…
Feci un respiro profondo e sussurrai: « I'm thinking it over…
The way you make me feel all sexy but it's causing me shame…
I wanna lean on your shoulder…
I wish I was in love but I don't wanna cause any pain. » .
“ Mi riferisco…
Al modo in cui ogni volta mi fai sentire sexy ma mi stai causando vergogna…
Alla voglia di appoggiarmi alla tua spalla…
Vorrei essere innamorata, ma non voglio causare alcun dolore… ”
Un'altra lacrima mi solcò la guancia e a quel punto decisi di alzarmi, tanto per non pensare più a… tutto. A tutto quello che è successo da quando sono arrivata qua.
« And if I'm feeling like I'm evil, we've got nothing to gain… »
“E se sono sensibile esattamente come quando sono cattiva, non abbiamo niente da guadagnare…” cantai chiudendo gli occhi e reclinando un po' la testa all'indietro, provando ad alleggerire il nodo che sentivo nella mente e nel cuore.
« What if I never even see you cause we're both on a stage…
Don't tell me listen to your song because it isn't the same…
I don't wanna say your love… »
" E se non ti vedo mai tranquillo è perché siamo entrambi su un palcoscenico…
E non mi dire di ascoltare la tua canzone perché non è la stessa cosa…
Non ho bisogno di dire che il tuo amore… "
Riaprii gli occhi perché tanto non serviva a molto e sospirando mi avvicinai al vetro della parete.
« … is a waiting game. »
" … è un gioco d'attesa. "
Poggiai la fronte al vetro e chiusi gli occhi, godendo della sua freschezza in contrasto con la mia pelle accaldata.
L'unico sollievo in queste ultime ore…
Scossi la testa e riaprii gli occhi, un po' accigliata.
« Baby I'm thinking it over…
What if the way we started made it something cursed from the start.
What if it only gets colder…
Would you still wrap me up and tell me that you think this was smart? »
" Baby io mi riferisco…
A che cosa succede se il modo in cui abbiamo iniziato ha fatto qualcosa di maledetto fin dall'inizio…
A che cosa succede se si ottiene solo più freddo…
Mi vuoi ancora convincere che ormai è finita e dirmi che pensi che questo sia intelligente ? "
Cantai strofinandomi un braccio con le mani quando un brivido di freddo mi percorse la colonna vertebrale.
Il mio settimo senso mi stava dicendo qualcosa… stava per succedere qualcosa di grosso… ma… ancora non capivo bene cosa…
« Cause lately I've been scared of even thinking 'bout where we are… » sussurrai con voce tremante.
" Perché ultimamente ho paura anche di pensare a dove ci siamo incontrati… "
Già… ma noi dove ci siamo incontrati VERAMENTE?
« What if I never even see you cause we're both on a stage…
Don't tell me listen to your song because it isn't the same…
I don't wanna say your love… is a waiting game. »
" E se non ti vedo mai tranquillo è perché siamo entrambi su un palcoscenico…
E non mi dire di ascoltare la tua canzone perché non è la stessa cosa…
Non ho bisogno di dire che il tuo amore… è un gioco d'attesa."
Cantai e mi sedetti sul letto presa da un impulso istintivo, qualcosa intorno a me stava cambiando… me lo sentivo…
Sospirai e con mani tremanti strinsi forte il lenzuolo del letto quando una scossa mi vibrò minacciosamente lungo la schiena, concentrandosi in mezzo al petto.
« What if I never even see you cause we're both on a stage…
Don't tell me listen to your song because it isn't the same…
I don't wanna say your love… is a waiting game. »
" E se non ti vedo mai tranquillo è perché siamo entrambi su un palcoscenico…
E non mi dire di ascoltare la tua canzone perché non è la stessa cosa…
Non ho bisogno di dire che il tuo amore… è un gioco d'attesa."
Finii di cantare e una scossa più forte delle altre mi aggredì le ali e il petto somigliando quasi alla ferita di una lama.
Urlai di dolore e disperazione soffocando le grida affondando la faccia nelle lenzuola, le ali si muovevano spasmodicamente e per un'attimo credetti di non sentirle proprio più.
Me le guardai, le lacrime che mi offuscavano la visuale. Apparentemente non sembrava essere cambiato nulla… ma sapevo che c'era qualcosa di diverso…
Mi sentivo… meno consapevole… non so bene come spiegarlo ma è come se mi fossi smarrita e l'unica persona in grado di aiutarmi fosse a chilometri di distanza…
Mi avevano separata da qualcosa… e la cosa non mi piaceva.

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