Nessuno incrocia il nostro cammino per caso, E noi non entriamo nella vita di qualcuno senza una ragione…
Sgranai gli occhi e tesi una mano come se in qualche modo lo potessi fermare. « Nooo!!! » strillai e chiusi gli occhi terrorizzata. Ecco. Finisce così ... “ E SONO ANCORA VERGI...!!! ” “ RAAAF!!! ” mi auto rimproverai. Ma, a parte una stretta prolungata allo stomaco, l’impatto non arrivò. Riaprii gli occhi stupita e mi guardai alle spalle. Il camion stava proseguendo la sua corsa, come se io non ci fosse mai stata. Una risata cupa e divertita attirò la mia attenzione. Mi girai, con ancora la sensazione che mi stessero strangolando lo stomaco e con il respiro ormai vicino all'iper ventilazione. « Guarda che faccia! » disse un ragazzo, ridendo ancora. Era appoggiato, con fare disinvolto a un palo, come se stare lì a guardarmi in difficolta fosse la cosa più naturale del mondo. Come se fosse stato creato apposta per guardare le mie cacchiate e riderne. Aveva le braccia incrociate sul petto e un serpente a righe nere, bianche e rosse gli si attorcigliava sinuoso sulle spalle e mi fissava con i suoi piccoli occhietti neri. Questa visione non aiutò affatto i miei poveri polmoni e il mio stomaco. Oddio! Era... era...!!! Visto che non spiccicavo parola, lui aggiunse. « Ti do una dritta angelo...»disse e un ghigno si formò sulle sue labbra piene, il serpente sibilò piano e si aggrappò ancora di più alle spalle del padrone. «... fino a che non ti trasformi sei trasparente. » continuò mettendo fin troppa enfasi sull’ultima parola. « Ti è chiaro il concetto? » Era uno stronzo ecco che cos'era! Raccolsi la mia valigia, abbandonata sul ciglio della strada, ma non gli staccai gli occhi di dosso. << Ma che simpatico... >> dissi ironicamente a mezza voce. E nonostante la sua “dritta” mi affrettai a levarmi dalla strada. Mi avvicinai. << Io sono Raf >> gli dissi con un tono a metà tra la sfida e l’ironico. <<... tu chi sei ?>> continuai, se non in tono gentile, quanto meno normale. Mi fece un sorriso obliquo, il labbro si sollevò solo da una parte ma gli occhi, del colore del topazio, non si spostarono di un millimetro mantenendosi freddi e malvagi. Una stella rossa gli percorreva tutto l’occhio sinistro mentre ciocche di capelli neri che al sole avevano riflessi di un blu scurissimo, gli ricadevano sulla fronte mentre il resto dei capelli erano incolti e sbarazzini. Gnam... « Mi chiamo Sulfus... » disse con ancora una nota ironica e mi allungò una mano affusolata e pallidissima. Ah, quindi lo stronzo ha uno nome… « ... possibile che tu non abbia mai sentito parlare di me? » La domanda era retorica, ovviamente. Però mi ritrovai a chiedermi lo stesso se non lo avessi già visto oppure non avessi già sentito da qualche parte il suo nome. No decisi mai visto in vita mia. « ... mi sembra molto strano. » continuò, rispondendo accidentalmente ai miei pensieri. Feci la spola tra la sua mano e i suoi occhi. Da come mi guardava non mi sarei sorpresa se nascondesse una di quelle specie di aggeggi umani che ti davano la scossa appena stringevi la presa. Mi decisi a stringerla. Oh coraggio Raf! Non ti mangia mica! disse indignata la stessa voce che aveva urlato quella frase a dir poco imbarazzante prima che il camion mi stesse per investire. Ero quasi sicura che fosse la mia alter ego interiore. Se ne stava lì con le gambe incrociate e le mani appoggiate con furia sulle caviglie e mi lanciava occhiate assassine. Per una volta che un ragazzo ti degna di una parola tu che fai? Ti tiri indietro? continuò senza pietà. Ora stava ciondolando la testa contrariata. Mi raddrizzai e gli porsi la mano ma appena arrivai a un millimetro dal toccarla, lui la ritrasse di scatto sghignazzando, spaventandomi di nuovo. Mentre rideva, notai che aveva i canini lunghi e appuntiti. Ma che è un vampiro?! Oh ma stai zitta! Non fare la puritana! E comunque i vampiri sono sexy ! ribatté l'alter ego. « Ora mi conosci.» disse con la sua voce roca, dolce e amara che mi ricordava un po' il cioccolato fondente. Mi guardai la mano, ancora più confusa di prima, poi la strinsi a pugno.
Arrrgh!
Questo cretino iniziava davvero a darmi sui nervi. Ops!
Coks si avvicinò furiosa e il serpente fece per morderla ma lei si ritrasse di scatto. Sulfus la guardò ridendo con cattiveria. «Vieni Coks! » la richiamai e lei ritorno a svolazzare vicino a me. « Ne avrei fatto volentieri a meno! » dissi poi rivolta a lui con un pugno sul fianco e l’indice dell’altra mano che lo indicava, accusatorio. Lui sembrò più divertito che sorpreso. Stronzo.
« Non ti sarai mica offesa? » mi chiese e poi mi fece l’occhiolino « ... volevo soltanto aiutarti » disse con una finta nota offesa.
Ero completamente presa da due emozioni completamente diverse.
Una parte di me era tentata di saltargli addosso e strangolarlo.
Un'altra parte di me invece era tentata di saltargli addosso e fare tutt'altro che strangolarlo ma una cosa era certa...
Tutte le immagini che passavano nella testa della mia alter ego erano tutte rigorosamente vietate ai minori!
Devo farmi vedere da una psicologa...
Alzò le spalle. « Ma scusa non sai niente a proposito del Veto? » chiese alzando un sopracciglio.
Il che... ? Mi si stampò un enorme punto interrogativo in faccia e la mia alter ego drizzò le orecchie attentissima.
« Allora è meglio se corri a scuola... » mi consigliò facendo un gesto con la mano verso qualcosa dietro di me.
Mi voltai e vidi due scuole: una con le pareti arancioni e il tetto fucsia-rossiccio e l’altra aggrappata al retro della scuola terrena come una grande torre a cilindro con le pareti bianche e il tetto rosso e dorato.
Wow...
« ... hai già un ritardo spaventoso! » continuò.
Era immensa e la mia speranza di arrivare in orario scomparve sotto terra. Anzi quasi quasi la seguo a ruota, vorrei sparire anch’io. Lo ignorai ed entrai e già dopo aver svoltato un angolo mi persi. « Dov’è che devo andare? » chiesi sofferente.
VOGLIO MORIREEE!!! Mi guardai attorno ma non avevo la minima idea di dove fossi. Coks mi ronzò intorno, presa dal panico. « Lo sai Coks...» saltai su esasperata «... non mi sei di nessun aiuto! » Guardai dietro di lei e mi si aprirono i cieli. Avrei voluto gridare dalla gioia!!! « Eccola lì, l’aula degli Angel! » le dissi indicandola.
Era una specie di porta ad ante fatta d’argento, ma non c’era neanche una maniglia, come le porte di un ascensore. Allungai una mano per bussare e la porta si aprì con un rumore di metallo e gomma.
Wow modernità all'ennesima potenza...
Mi ritrovai dinanzi ad un anziano signore dai lunghi capelli bianchi, le ciocche davanti erano state tirate indietro mentre gli occhi erano bianchi, tendenti all’azzurro, incorniciati da degli occhialetti rettangolari. Aveva una lunga barba che gli copriva il mento e la bocca. I tratti erano severi ma gentili, tipici di un professore. Già so che mi striglierà per bene, me lo sento... << Buon-Buongiorno io sono Raf e sono qui per lo stage, purtroppo non riuscivo a trovare l’aula. Scusi il ritardo...>> farfugliai un po’ in soggezione. Avanti Raf! Un po' di dignità ! Sú la testa e sorridi!
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